Vi presentiamo un piccolo reportage dell’ultima visita del nostro gruppo di studenti del corso AgenForm di Giardiniere d’Arte per Giardini e Parchi Storici. Questo corso, come la maggioranza dei nostri percorsi formativi, è eminentemente pratico. Include infatti oltre 300 ore di stage presso aziende specializzate e visite a tema a giardini e parchi storici, dove i nostri alunni possono trarre conoscenza e ispirazione per i loro incarichi futuri. Per questa visita una delle nostre docenti, l’architetta Arianna Tomatis, ha scelto un giardino molto particolare, il Giardino di Pan, creato presso la residenza privata nelle campagne vicino a Cavallermaggiore dell’artista, scrittore, illustratore e bonsaista Franco Luigi Carena. Quest’ultimo ha personalmente accompagnato i nostri studenti in una calma, piacevole e istruttiva visita al suo giardino d’arte, di cui una delle principali caratteristiche è la sua suddivisione in diciassette stanze. Questa tecnica di suddivisione permette di creare, all’interno di uno stesso giardino, diversi ambienti botanici, estetici, artistici e, come in questo caso, anche contemplativi e spirituali.
Attraverso la suddivisione in stanze, inoltre, un giardino di ridotte dimensioni può acquistare un respiro maggiore e sembrare più grande, mentre un giardino molto esteso può al contrario apparire più raccolto e meno disperso. Apprendere questa tecnica è importante per chi decide di studiare giardineria d’arte in quanto permette di sapere come muoversi per progettare la riqualificazione o la creazione di zone diverse nei giardini storici, usando sapientemente la vegetazione, i materiali organici e gli accostamenti. Altra peculiarità del giardino di Franco Carena, che ha messo a prova la cultura botanica dei nostri corsisti, è l’utilizzo di una grande varietà di piante sempreverdi, scelte con l’idea, come spiega la nostra docente, di avere un giardino che dia di sé tutto l’anno, non solo nella bella stagione.
I nostri corsisti sono stati impegnati in un lento percorso di osservazione, sia verso il basso che verso l’alto, per studiare le scelte che sono state fatte da Franco sulle piante piante e sugli alberi. L’attenzione veniva poi di volta in volta spostata dagli elementi naturali a quelli spirituali. Il giardino, infatti, è popolato, seppure in forma armoniosa e discreta, da una notevole quantità di statue e costruzioni simboliche che rimandano, citano o rendono omaggio a religioni e filosofie di tutto il mondo, e che convivono in pace nello stesso territorio naturale. Non si può intendere infatti il giardinaggio artistico, in questo caso, senza separarlo dalla sua componente contemplativa. Sin dall’inizio è infatti concepito come “hortus conclusus”. Bisogna attraversare una porta per entrare, e anche varie durante il cammino (c’è addirittura un Torii giapponese), che invitano l’ospite a proseguire, esplorare, soffermarsi, pensare, apprendere.
La visita al giardino è terminata con la serra che ospita la ricca collezione di bonsai di Franco e con una chiacchierata sotto un piacevole sole di primo pomeriggio invernale, riflettendo sullo stato delle cose, sul peggiorato rapporto uomo-natura e sull’importanza di preservare la vita vegetale e di coltivare la bellezza e la varietà.
La prossima visita ai giardini e parchi storici del nostro corso sarà al giardino del Castello Reale di Racconigi.