Oggi 20 dicembre 2023 la seconda visita storico/artistica per i nostri alunni del corso di Giardiniere d’Arte per Giardini e Parchi Storici. Dopo la visita allo stupendo Giardino di Pan di Franco Carena, questa volta ci siamo addentrati in uno dei “quartieri generali” della giardinaggio reale piemontese: la Margaria e le Serre Reali racchiuse nel Parco del Castello di Racconigi, Patrimonio dell’Unesco.
Valicato il portone dell’ala Nord Ovest, situato al giro di un interminabile muro di cinta che ci separa dai campi brulli dove sonnecchiano gruppi di cicogne, ci siamo trovati all’inizio di un parco che, nei suoi anni d’oro, fu gestito da centinaia di giardinieri e frequentato da una élite di esperti europei in ogni campo delle scienze applicate. Questa dimora reale, usata soprattutto come “casa di villeggiatura” dai Savoia-Carignano, era infatti diventata, grazie al visionario Carlo Alberto, un hub ante litteram per le migliori menti dell’epoca in campo agro-zootecnico, ingneristico e artistico che erano invitate a studiare, sperimentare e creare in questo immensa struttura.
Nonostante la nebbiosa giornata, ci si accorge immediatamente di trovarsi in un luogo speciale. La vegetazione appare selvatica, ma tradisce un ordine e una bellezza nascosti, che non sono naturali ma frutto della mente dell’uomo. I frassini, gli aceri e le querce secolari aprono il cammino di lunghi percorsi verso le altre zone importanti del parco, che appaiono lontanissime. L’intuizione delle grandi distanze, unito al finto disordine naturale, ci porta a pensare ai giardini francesi. Non a caso infatti, il progetto originale era stata firmato da André Le Nôtre, architetto autore dei giardini di Versailles . Ma è stato ancora Carlo Alberto a dare a questo magnifico parco l’aspetto attuale, romantico all’inglese, affidandosi all’intervento del paesaggista prussiano Xavier Kurten.
Visitiamo il cortile della Margaria Reale, complesso agricolo neogotico progettato e costruito da Pelagio Pelagi tra il 1835 e il 1843. Questo edifico ospitava le stalle, le scuderie e gli alloggi dei capi giardinieri, ed era anche un centro di formazione e sperimentazione zootecnica al suo tempo all’avanguardia in Europa. Da lì attraversiamo il cortile verso una magnifica costruzione gotica, la Serra Riscaldata realizzata dai celebri fratelli Roda.
Praticamente “allevati” in casa Savoia, i fratelli Roda studiarono disegno e paesaggistica a Torino e all’Accademia di Brera a Milano. Successivamente vennero mandati a studiare i giardini di mezza Europa, soggiornando in Austria, Germania, Paesi Bassi, Inghilterra e Francia, e furono infine chiamati a raccogliere l’eredità di Kurten, applicando nuove conoscenze e sapere acquisito a favore dei giardini di Racconigi. Esemplari sono le tecniche di coltivazione utilizzate nella serra riscaldata di specie alloctone, fiori e frutti esotici, tra cui l’ananasso, come lo si chiamava all’epoca in cui era una prelibatezza rara ed esclusiva. Lo stupendo edificio, con la sua imponente architettura e il suo impianto ingegneristico per la distribuzione dell’acqua e del calore, ha particolarmente ispirato i nostri futuri giardinieri d’arte.
Oggi ci siamo sentiti orgogliosi, come AgenForm, di avere innanzitutto accesso privilegiato per i nostri studenti a questi luoghi meravigliosi, e poi anche di possedere, nel nostro DNA, un pizzico di quanto si faceva già all’epoca in questi luoghi, curando, sperimentando e formando persone per la cura del verde, del territorio, e degli animali.
Ringraziamo i nostri docenti dott. Marco DeVecchi, professore associato presso il Dipartimento di Scienze Agrarie Forestali e Alimentari di Torino e il dott. Marco Ferrari, ricercatore presso il Dipartimento di Architettura e Design al Politecnico di Torino per averci guidato in questa visita.
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